Lost in Tokyo e altre storie, raccontate direttamente da 80RAM
Giugno 22, 2023Straordinaria intervista oggi alla band 80RAM, formazione poliedrica che ci sorprende coi suoi prodigi artistici. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Lost in Tokyo, leggiamo con senso di empatia l’intervista alla band 80RAM, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale dei componenti, la formazione 80RAM ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, tra le più importanti come quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto alla band 80RAM!
Com’è nata vostra la passione per la musica?
La nostra “scintilla” artistica iniziale è stata una conversazione verso la fine dell’estate del 2019 tra me (Maurizio) e Riccardo tramite un famoso blog di musicisti; da qui in poi iniziamo a mettere sul piatto le nostre esperienze, le nostre influenze artistiche per gettare le fondamenta del nuovo progetto e produrre musica inedita insieme;
Veniamo entrambi da esperienze musicali diverse ma complementari (io da anni di cantautorato ed esperienze live soprattutto nell’ambito del pop, Riccardo militava in band metal ed hard rock), ed è stato proprio questo melting pot artistico ad ispirarci e a spingerci verso la sperimentazione di un sound tutto nostro.
Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi sono gli 80RAM?
Siamo semplicemente una band che crede nel lavoro di squadra e vuole fare questo mestiere nella vita.
Negli 80Ram ci sono milioni di vibes e di suggestioni che assorbiamo dalle persone intorno a noi e trasformiamo in musica.
Come è stato concepito il lavoro “LOST IN TOKYO”?
In Lost in Tokyo emerge l’istinto di sopravvivenza in un mondo che corre troppo veloce, necessità di tornare a sognare nonostante si perda spesso la bussola e ricerca di una felicità che sembra impossibile da trovare.
Nel nostro singolo, sonorità squisitamente electro – synth wave 80’s 90’s incontrano suoni e riff moderni, rincorrendosi quasi freneticamente come il protagonista del brano che tenta di fuggire da insidie e trappole della metropoli di oggi.
Un inno a ritrovare sé stessi, con coraggio, nonostante tutto.
E com’è nato il suo videoclip?
Al momento non esiste un videoclip ufficiale per Lost In Tokyo, ma non è detto che non arrivi presto…
È prevista l’uscita di un disco?
Al momento stiamo ragionando singolo per singolo, abbiamo molto materiale in cantiere fra vecchie bozze strumentali, embrioni vocali e pre-produzioni varie.
Stiamo già chiudendo la produzione e il mastering del nuovo pezzo che vedrà la luce tra un mese circa.
In salita o in discesa. I percorsi artistici si sviluppano sempre tra mille peripezie, volete raccontarcele?
E’ stato sicuramente stimolante e al tempo stesso non semplicissimo trovare la wave giusta e definire la nostra cifra stilistica, facendo un passo indietro se necessario a servizio dell’idea più funzionale per la band.
Siamo passati per diversi percorsi ad ostacoli: etichette che non credevano in noi, impresari dei locali che i primi tempi nemmeno ci riconoscevano un rimborso spese, momenti di sconforto altalenanti.
Ma alla fine, siamo ancora qua. Senza dubbio più consapevoli e carichi di prima.
Quali sono le vostre influenze artistiche?
Sicuramente artisti come Depeche Mode, Tears For Fears, Paul Kalkbrenner, Franco Battiato, The Weeknd, Micheal Jackson sono stati negli anni fino ad oggi dei riferimenti assoluti per noi.
Sicuramente il pop 80 – 90, la musica elettronica e la dance music dai 70s in poi rappresentano il mix perfetto dal quale attingiamo per produrre.
Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Al momento abbiamo collaborato con diversi producer come Fabio de Angelis o Vincenzo Fusco, ognuno di loro ha saputo dare il proprio apporto stilistico senza snaturare l’identità del progetto, anzi, arricchendola con nuove contaminazioni sonore.
Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Ci piace raccontare paure, desideri, relazioni complicate, determinazione e voglia di riscatto, in una dimensione sospesa fra passato, presente e futuro, in una dimensione a metà fra nostalgico e contemporaneo, e lo facciamo ovviamente in italiano, la lingua che ci appartiene da sempre e in cui crediamo per la poesia e lo stile che la caratterizza.
Per noi la musica rappresenta davvero una magica e appassionante fuga dalla realtà, la voglia di vivere un momento straordinario e autentico, che possa raccontare, comunicare o emozionare per la sua unicità, e che porti sia noi che il pubblico ad uscire dai binari della quotidianità.
Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Abbiamo partecipato negli anni a svariati live, contest e festival, suonando su palchi come Pentatonic, Container, Le Mura, Largo Venue, Porta di Roma Live, Riverside.
Abbiamo prodotto il nostro primo singolo ad inizio 2020 e da allora non ci siamo più fermati.
Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
E’ un momento d’oro per il pop italiano in generale, aldilà di critiche o pareri soggettivi, la contaminazione con la musica internazionale funziona e la discografia in generale è tornata ad essere competitiva.
Ci piacerebbe però un pizzico in meno di “costruzione a tavolino” alla ricerca dell’algoritmo perfetto per la vendita facile, se riuscissimo a rimettere il gusto musicale e il coraggio di osare al centro del discorso artistico sarebbe fantastico.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Date un ascolto a Pompei uscito ad inizio anno, e a Calcare (del 2021); entrambi sono pezzi in cui crediamo tanto e durante i live sono quelli che più degli altri spettinano il pubblico.
Progetti a breve e lungo termine?
Ci saranno tantissimi eventi ai quali parteciperemo per tutta l’estate: saremo live in giro per l’Italia tra aperture, festival e contest per promuovere il nostro ultimo singolo Lost in Tokyo e lanciare in anteprima il nuovo pezzo che uscirà entro la fine di luglio, oltre che suonare la nostra scaletta coi brani “storici” nei vari showcase .