Helen Aria: «”Proxima Centauri” mette in luce il mio amore per l’astronomia e per l’arte»

Helen Aria: «”Proxima Centauri” mette in luce il mio amore per l’astronomia e per l’arte»

Gennaio 13, 2023 0 Di Antonella B.

Eleonora Iamonte, in arte Helen Aria, è una giovane cantautrice di Aosta che inizia la sua carriera nel 2018. Dal 25 novembre scorso è disponibile su tutte le piattaforme digitali “Proxima Centauri”, suo quinto album, dal quale è estratto il singolo “Ceci n’est pas une chanson”. L’abbiamo raggiunta per farle qualche domanda in merito.

Benvenuta. Cominciamo dal tuo nome d’arte: come hai scelto di chiamarti prima Helen e poi Helen Aria?
Ho scelto “Helen” perché era il nome con cui mi chiamavano affettuosamente alcuni amici musicisti all’inizio del mio percorso musicale. È un nome dolce, ci ero affezionata e trovo che abbia un legame con la mia musica. Con il tempo ho deciso di aggiungere la parola “Aria” che ricorda la leggerezza, la libertà, il vento, l’atmosfera, la natura, l’anima. Indica qualcosa di astratto, di poco tangibile. Si ricollega anche all’opera italiana che ho avuto modo di approfondire durante il mio percorso di studi.

Da pochissimo è uscito il tuo nuovo disco dal titolo “Proxima Centauri”. Un lavoro che mette in luce il tuo amore per la mitologia. Quando hai scoperto questo interesse?
Questo album mette in luce, più in generale, il mio amore per l’astronomia e per l’arte. Per questo motivo ho deciso di dedicare ciascun brano ad un personaggio che ho ritenuto fondamentale per la mia ispirazione artistica spaziando dalla mitologia (Osiride, Calliope, Cupido), al mondo della letteratura (Dante Alighieri), della pittura (René Magritte, Frida Kahlo) e del cinema (Marilyn Monroe).

Hai scelto come singolo “Ceci n’est pas une chanson”. Che significato ha per te questo brano?
Questo brano è ispirato al celebre dipinto “La Trahison des images” del pittore surrealista René Magritte. Sull’opera è raffigurata una pipa seguita da una didascalia che afferma “Ceci n’est pas une pipe”, in italiano “Questa non è una pipa”. Non si tratta infatti di una pipa, bensì di una sua rappresentazione. Un discorso simile può essere articolato nell’ambito dei suoni: in un mondo dominato da nuovi mezzi tecnologici e da nuovi spazi digitali per la fruizione dei prodotti sonori, dove la definizione di musica varia da cultura a cultura, è importante riflettere mettendo in discussione la definizione di musica e di canzone.

Un’altra cosa che si apprezza nei tuoi lavori è il tuo talento di polistrumentista. In che modo hai sviluppato e curato questo approccio alla musica?
Da sempre la musica e l’arte mi hanno permesso di costruire una dimensione parallela in cui poter essere liberamente me stessa e mi hanno fornito gli strumenti per poter leggere al meglio la realtà, per comprendere ed esercitare la vita. Mi hanno insegnato che “Creare forse significa sbagliare quel passo nella danza. Significa dare di traverso quel colpo di scalpello nella pietra” (utilizzando le parole di Antoine de Saint-Exupéry). I nostri difetti, a questo punto, diventano i nostri elementi di forza permettendoci di affermarci in tutta la nostra unicità. Il mio modo di approcciarmi ai vari strumenti è molto personale e, per questo, vado proprio alla ricerca dell’errore e dell’insolito.

Anche per questo album hai scelto di essere affiancata da Momo Riva. Una collaborazione ormai consolidata e in grado sin qui di garantire eccellenti risultati …quanto affiatamento c’è tra di voi?
Momo è stato il primo a credere nei miei brani inediti. La prima volta che mi sono recata in studio (TdE ProductionZ) con l’intenzione di registrare una cover, lui ha subito cercato di farmi capire che avevo tutte le potenzialità per creare qualcosa di mio. Ho tirato fuori dal cassetto alcuni pezzi che avevo già abbozzato negli anni precedenti e ci siamo subito messi all’opera. Lavorare con lui è fantastico, ha sempre moltissime idee e sa sempre come valorizzare un brano. A volte le canzoni nascono da una mia idea melodica, a volte da una sua composizione strumentale e riusciamo sempre a tirare fuori qualcosa che ci gratifica, un sound che nasce dalle nostre esigenze creative. Per me è una guida artistica fondamentale.

Impegni futuri?
Proseguirà la mia ricerca artistica. Continuerò a leggere libri, a sperimentare nuovi suoni musicali e a comporre. Ho già qualche nuova idea per il mio prossimo album che spero di poter presto rivelare!