Intervista ad Atto Seguente… aspettando l’EP The Moment Before
Febbraio 21, 2021Il progetto Atto Seguente pren
Come ci spiegherà l’artista, Atto Seguente ha una ragione molto particolare, così come è singolare l’estrazione e la crescita di questo artista e del suo progetto, che con grande interesse scopriamo nella bella intervista che ci ha gentilmente concesso.
Com’è nata la passione per la musica?
La passione per la musica è qualcosa che probabilmente porto con me dalla nascita ma c’è stato sicuramente un periodo in cui si è manifestata apertamente. Ascoltavo Yann Tiersen, consigliato dalla ragazza che mi piaceva, e mi sono avvicinato in questo modo al piano, passando da Einaudi e Allevi ai classici Mozart, Bach e romantici come Chopin, Liszt ecc.
Come nasce il tuo nome “Atto seguente”?
Dalla passione per brani classici sono passato poi a quelli rock-alternativi tra cui i Radiohead, ascoltati per caso in radio. Tra i brani che ascoltavo con più frequenza c’era la loro All i Need. Un passaggio di questo brano dice:”sono l’atto seguente che aspetta dietro le quinte”. Ho fatto mio questo concetto, l’idea di un divenire, di qualcosa che deve ancora accadere. Da allora sono Atto Seguente.
Come è stato concepito il singolo “Open”?
Open è nato tempo fa, probabilmente di sera. Un suono, morbido ed esteso, mi ha ispirato la figura del Soccombente. Il seguito è venuto da sé, ricercando gli elementi giusti per quello che volevo esprimere.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
Open fa parte dell’EP The Moment Before. Sei brani attraverso i quali parlo del Soccombente, delle sue avventure e sensazioni. Personaggio ispirato dal romanzo omonimo di Bernhard.
Quali sono le influenze artistiche?
Oltre ai Radiohead che hanno sicuramente l’influenza maggiore, altri artisti che hanno ispirato le mie ricerche in campo sonoro sono gli Appart, Bjork, Sigur Ros e più recentemente i Son Lux.
Quali sono le collaborazioni musicali?
L’unica collaborazione al momento è quella legata al corto La Noce di Alessio Del Donno. Ho contribuito alla colonna sonora di questo cortometraggio ed oltre ad un brano in stile classico al pianoforte c’è la collaborazione con i Faintin’ Goats che ha portato alla luce My generation’s Wrong. In futuro ho intenzione di creare molte collaborazioni.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Nel caso di questo EP ho ruotato attorno alla figura di un protagonista, il Soccombente, raccontando il suo punto di vista e le sue sofferenze. Non ci sono contenuti specifici che vorrei trasmettere. Ogni volta sarà diverso, come diverse sono le sensazioni ad ogni ascolto.
Parliamo delle pregiate esperienze di tv, live, concerti e concorsi?
Di pregiato non saprei, ma ogni live che ho fatto fino ad ora è stato unico sotto ogni punto di vista. Suonare nel Teatro Massimo a Benevento è stato suggestivo e spero che ricapiti ancora l’occasione di suonare in un teatro.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Penso che sia più varia di quanto si creda. Scopro con sorpresa dei gruppi che mi intrigano come i Post Nebbia, i Melancholia. Ci sono molti artisti che meritano davvero di essere riconosciuti. Non saprei come dare il mio contributo. Continuo per la mia strada ed il mio obiettivo per adesso è raggiungere più orecchie possibili. In futuro chissà.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Open è il primo singolo d’esordio ma non è l’unico brano pubblicato. Sul mio canale you tube potrete trovare altri brani dal titolo Listen and let it die. Ho lanciato questo “format” musicale che si basa sulla pubblicazione di brani creati in poco tempo o improvvisati, una valvola di sfogo del momento come dice il titolo stesso.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Prima del covid avevo cominciato con i primi live e tutto stava scorrendo abbastanza bene. La pubblicazione di questo EP era prevista mesi fa ma le cose sono andate come sono andate. Ho dovuto rinunciare ai concerti e rivolgermi tutto al mondo digitale. Spero quindi che presto potrò riprendere la parte più bella dell’essere musicista, ossia il rapporto stretto con il pubblico.