hetra rivisita “Gli Uccelli” di Franco Battiato in un tributo all’amicizia e alla meraviglia del mondo
Gennaio 23, 2024Nel tessuto dell’universo musicale, dove il genio di Franco Battiato continua a risuonare, emerge una nuova interpretazione, un’eco contemporanea che porta il nome di hetra. Con il brano “Gli Uccelli“, l’artstə non solo omaggia il Maestro Battiato, ma apre una porta verso un mondo di interpretazioni emotive e intersezionali che abbracciano l’ecosistema del pianeta e il delicato equilibrio tra tutte le forme di vita.
Da quando è atterrata sulla Terra, hetra ha subito instaurato una profonda connessione con la pratica cantautorale di Franco Battiato. In particolar modo, il brano “Gli Uccelli” ha risvegliato in lei una stratificazione emotiva e un’interpretazione che va oltre la poesia dedicata al volo degli uccelli. Per hetra, il brano diventa un manifesto di intrecci di movimenti di vita, che ciascuno di noi sperimenta come voli imprevedibili, ascese velocissime e traiettorie impercettibili. Da micro a macro e da macro a micro, anche un semplice gesto come il battito d’ali e il conseguente spostamento d’aria può avere un impatto significativo nel disegno della vita terrestre.
Ogni piccola azione individuale, umana e non, può avere una forte, importante e fondamentale conseguenza sull’andamento climatico ed energetico del nostro ecosistema. Così come le abitudini apparentemente semplici hanno un impatto ambientale, allo stesso modo si ripercuotono sui rapporti tra esserə umanə e transpecie: con gli animali, le piante, i minerali e gli elementi. Ogni dinamica sul pianeta cambia e trasforma le prospettive al e sul mondo. Questo brano diventa così emblema degli andamenti planetari, dai piccoli battiti d’ali alle grandi correnti che modellano l’esistenza sulla Terra.
Nella sua cover, hetra ha infuso un nuovo spirito, aggiungendo una parte di testo che ha ritenuto fondamentale, perché riflette il desiderio di trascendere i confini terreni:
«Mutano gli uccelli mutano
Liberi tra le nuvole
Senza regole assegnate
Vorrei essere universo
Al di là del sistema solare»
Questa strofa, rappresenta il carattere mutante della natura e della nostra realtà, sottolineando il desiderio di connessione con l’universo e l’infinito. hetra, essere alienə, ha scritto questi versi per raccontare la necessità di sentirsi universo in una dimensione fluttuante, accogliente, in armonia con ogni cosa visibile e invisibile, comprensibile e incomprensibile, possibile e impossibile, in equilibrio e disequilibrio. Vuole andare così al di là del sistema solare volando verso lo spazio, le stelle, le galassie.
Per l’artistə, “Gli Uccelli” non è solo una rappresentazione dei movimenti plurali e della biodiversità terrestri, ma anche un inno alla meraviglia. Un’esortazione, uno statement ad osservare con stupore il mondo che ci circonda, riconoscendo la bellezza e la complessità di ogni forma di vita. L’immaginazione, la fantasia e la meraviglia sono gli strumenti vitali all’interno della sua pratica artistica, dai quali fluisce l’atto creativo che consente di stimolare e generare la metamorfosi, rompendo le routine, sfidando il capitale, mutando le forme.
Dagli albori del suo ingegno tecnologico, l’essere umanə ha sempre cercato di emulare il volo degli uccelli: dalle prime macchine volanti fino ad arrivare ai razzi per raggiungere pianeti sconosciuti. Quante volte ci siamo meravigliati del disegno degli uccelli in volo? Questa riflessione, alimenta la meraviglia e la fantasia, strumenti vitali all’interno dell’espressione di hetra. Da qui viene generato l’atto creativo.
In questo contesto, la meraviglia può convertirsi in azione politica, ma è necessario rimanere sulla Terra scrutandola con occhi nuovi, pronti e disposti ad affascinarsi continuamente, dimenticandoci tutto quello a cui siamo abituati e rendendoci conto della straordinarietà del volo degli uccelli, della potenza degli alberi, dell’alterità e alienità delle specie, dei colori surreali, dei terrestri incredibili con cui condividiamo acqua, aria, fiamme e terra. Un invito a guardare ciò che ci circonda e di cui siamo parte integrante con sguardi rinnovati, stupendoci della bellezza della vita e sviluppando un senso critico nei confronti della routine, del funzionalismo, delle performance e dell’apatia. Da qui, conseguentemente, nasce la cura, un senso di responsabilità verso noi stessə, la nostra salute mentale e corporea. La cura che diventa una forma di rivoluzione, un impegno non soltanto verso noi stessə, ma anche nei confronti degli altri esseri viventi; una cura transpecie, multiforme, plurale.
Perché la cura è rivoluzione, la meraviglia è rivoluzione, la fantasia è rivoluzione.
E la fantasia diviene vento, diviene tempesta, diviene tornado. Da un battito d’ali si forma un ciclone di energia e azione e dal medesimo spostamento d’aria può nascere una narrativa trascinante, trasgressiva, forte ed incredibilmente viva.
Per tutto questo, hetra ha deciso di reinterpretare “Gli Uccelli” di Battiato con una produzione curata da Kimerica che riporta i suoni del Maestro in una nuova chiave hyperpop, futuristica e sognante. Un viaggio sonoro e animico dal sapore etereo, che ci accompagna attraverso l’universo della meraviglia. Volando cambiamo forma, sfumiamo, andiamo fuori fuoco, diveniamo fluidi e mutanti. Volando possiamo cambiare prospettiva inclinandoci, planando su giochi di aperture alari che nascondono i segreti di questo sistema solare.
Il brano è accompagnato da un iconico videoclip ufficiale diretto da Giulia Hrvatin, in cui vediamo hetra e la sua migliore amica, Limona, in un ambiente quotidiano che evoca non solo l’affetto e la connessione, ma anche il profondo amore e l’intimità che può esistere in un rapporto d’amicizia. Il concept, infatti, trasla e contestualizza le significative liriche del pezzo all’interno di un legame che non opprime ma arricchisce, un’amicizia matura in cui si è raggiunto il pieno rispetto reciproco e la gentilezza tra le parti, e si possono gestire tutti i movimenti, dai più imprevedibili ai più impercettibili, attraverso l’esperienza di vita, l’amore e l’equilibrio.
Spesso, nel mondo della musica, si tende a raccontare e a mettere su un piedistallo solamente le relazioni romantiche. Per hetra, questa è stata l’occasione di cambiare prospettiva e concentrare l’attenzione sulle sfumature di una connessione umana spesso sottovalutata: quella dell’amicizia. Nel video, le scene si susseguono in un flusso armonico e naturale, rivelando momenti di quotidianità condivisa, sguardi che comunicano più di mille parole, gesti spontanei che parlano di complicità e supporto reciproco.
Questa narrazione visiva non è solo un’esplorazione dell’amicizia in tutte le sue sfaccettature, ma diventa anche una celebrazione dell’amore in tutte le sue forme, estendendo la portata emotiva del brano. Il video, infatti, non si limita a tradurre in frame una storia, ma diventa una finestra sul mondo di hetra e Limona, due anime che si intrecciano in un dialogo senza fine di rispetto e vicendevole sostegno e comprensione.
La regia di Giulia Hrvatin ed il montaggio di Matteo Hrvatin si distinguono per la capacità di catturare questi momenti autentici, immergendo lo spettatore in un’atmosfera di calore umano e profondo interscambio. La fotografia del video accentua ulteriormente questa sensazione, con colori caldi e texture morbide, curati da Margherita Marzari, che avvolgono le scene in un abbraccio visivo, quasi palpabile, rendendo il tutto una vera e propria opera d’arte che parla di rapporti umani, esplorando la bellezza e la complessità dell’amicizia per ricordarci quanto sia prezioso e significativo questo tipo di amore.
“Gli Uccelli” di hetra È un invito a riscoprire e a celebrare i rapporti di amicizia nella nostra vita, a guardare oltre i confini delle convenzioni e a riconoscere il valore immenso che queste relazioni personali portano nella nostra esistenza.
Questo nuovo capitolo della carriera artistica di hetra è più di una rivisitazione, più di canzone: è un viaggio, è una riflessione, è un sogno. È un battito d’ali che dà vita ad un ciclone di fantasia, meraviglia, energia e azione, ricordandoci che siamo insieme polvere di stelle e fuliggine terrestre.