Roaring Christmas e altre storie, raccontate direttamente dai Tiger Dixie Band

Dicembre 30, 2021 0 Di master

Straordinaria e interessante intervista oggi alla band Tiger Dixie Band, formazione poliedrica che sta raccogliendo ampi consensi sulle piattaforme digitali e non solo. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro Roaring Christmas, leggiamo con curiosità l’intervista alla band Tiger Dixie Band, grati e onorati per il loro tempo e la cortesia riservataci! Entriamo più a fondo nella vita e nelle opere dei componenti, la formazione Tiger Dixie Band si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, come ad esempio con Alman Music, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto alla band Tiger Dixie Band!

1) Com’è nata vostra la passione per la musica?
Fiorenzo: La mia passione per la musica è nata in famiglia, con i miei fratelli e con papà… poi nella banda musicale del paese, grazie al mio insegnante (grande appassionato di jazz), quando a 15 anni mi sono lasciato travolgere da questo fantastico universo musicale!
Andrea: sono sempre stato attratto dagli strumenti musicali, specialmente quelli a corda… forse per quell’aspetto magico che nascondono, a metà tra il giocattolo e l’oggetto animato, con una vita propria: ognuno ha una voce diversa, un carattere personale… trovo che il legame che si crea tra musicista e strumento apra uno scenario davvero affascinante.

2) Com’è nato “Tiger Dixie Band” e il suo sound?
Giorgio: La Tiger Dixie Band è un progetto che è nato con noi, nel vero senso della parola… ormai 35 anni fa all’interno della scuola di musica di Madonna Bianca a Trento, quando eravamo dei giovani allievi, abbiamo avuto la possibilità di costituire un gruppo di musica d’assieme per lo studio del jazz tradizionale con il batterista Claudio Benedetti. Il laboratorio è diventato presto un gruppo stabile che ha iniziato ad esibirsi in pubblico. Dal 2000 si sono aggiunti altri musicisti, come il rodigino Andrea Boschetti e il pianista mantovano Stefano Caniato, contribuendo a restituire una connotazione professionale alla band, scelta che ci ha portato a calcare i palchi dei festival più importanti d’Italia ed Europa ed alla realizzazione di 7 album.

3) Com’è stato il processo di creazione di Roaring Christmas?
Fiorenzo: è nato dalla proposta di Alberto Mantovani di Alman Music; insieme a Greta Marcolongo abbiamo iniziato a lavorare in studio, confezionando alcuni arrangiamenti di celebri canzoni tradizionali e componendo qualche brano originale… fino alla creazione del CD. Il progetto doveva essere presentato già lo scorso Natale, ma a causa della pandemia abbiamo dovuto rimandare; alla fine il risultato è stato… più che ottimo, non trovi?

4) Videoclip?
Fiorenzo: in occasione della prossima edizione del festival Swing on Snow registreremo alcuni video sulle nevi dell’Alpe di Siusi, in Alto Adige: il miglior scenario per catturare lo spirito natalizio! L’intenzione è di coinvolgere una slitta trainata da cavalli ed anche lo stesso Babbo Natale… Ma troppo non vogliamo svelare.

5) Cos’è per voi l’arte, la musica?
Andrea: L’arte è la massima espressione universale, il perfezionamento del risultato delle scoperte dell’uomo. Che si tratti di enogastronomia o cinema, architettura o letteratura, l’arte ci insegna quanto di bello e profondo siamo capaci; la nostra fortuna è quella di vivere in un Paese che ce lo dimostra ogni giorno…
Fiorenzo: La musica è prima di tutto espressione e condivisione dei sentimenti, un linguaggio universale capace di abbattere i confini, avvicinare le diverse culture e ridurre le distanze tra le persone. La musica ci accompagna in tutti i momenti della nostra vita… ci ispira, ci consola, ci diverte: In questo senso il Dixieland è certamente sinonimo di allegria e di “interplay”, quando i temi scritti si mescolano con le coinvolgenti improvvisazioni collettive.

6) Quali sono le vostre influenze artistiche?
Fiorenzo: Nei primi anni del ‘900, gli emigrati italiani ed europei hanno dato un grosso contributo alla nascita di questo genere musicale, ed i nostri principali ispiratori sono stati Nick La Rocca, Leon Roppolo, Bix Beiderbecke… oltre ai leggendari Louis Armstrong, Sidney Bechet, Fats Waller, ecc.

7) Quali sono le vostre collaborazioni musicali?
Andrea: L’esperienza di Tiger Dixie Band nasce all’interno dei progetti artistici della nostra Associazione New Project (tra cui anche “New Project Orchestra”, “Sax Four Fun”, “Barionda”, “Bifunk Bass Band”), formazioni in cui siamo coinvolti a vari livelli, dalla produzione all’arrangiamento, dalle esecuzioni live alle sessioni di registrazione; in questi anni, nelle varie formazioni musicali abbiamo collaborato con artisti fantastici, come Javier Girotto, Fabrizio Bosso, Greg, Federico Stragà, Lara Luppi, Roberto Spadoni, Giovanni Falzone, Arnoldo Foà, Nicole Magolie e tantissimi altri.

8) E la collaborazione con Alman Music nel lavoro in promozione?
Giorgio: L’inizio della collaborazione con Alman Music (alias Alberto Mantovani) è stato sicuramente un colpo di fortuna che ha contribuito in modo determinante al successo della Tiger Dixie Band nel panorama musicale del jazz tradizionale. Con Alman Music è nata una sinergia artistica che ci ha stimolato a creare nuovi progetti musicali che sono poi sfociati in altrettanti CD e concerti dedicati. Possiamo dire che ci sopportiamo a vicenda?… Sicuramente si!!!

9) Quali sono i contenuti che volete trasmettere attraverso la vostra arte?
Fiorenzo: Principalmente il nostro amore per la musica; vorremmo comunicare che il Dixieland può essere ancora un genere musicale di grande attualità, per molti versi ancora da scoprire, ricco di energia ed eleganza, grazie al suo sound che ha influenzato la nascita del jazz e dello swing, a dimostrazione che la musica si può continuamente reinventare, reinterpretare, rinnovare… senza essere banali.

10) Parliamo delle vostre pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Fiorenzo: In più di 30 anni di attività abbiamo registrato vari cd, tra cui “Bix”, dedicato al grande trombettista tedesco Bix Beiderbecke: Nell’occasione abbiamo avuto la fortuna e l’onore di ospitare Markus Stockhausen, ottimo trombettista (peraltro, anche lui tedesco…). Nel 2002, in Francia, abbiamo vinto il primo premio assoluto al concorso internazionale Tim Jazz, a Salon-de-Provence.

11) Cosa ne pensate della scena musicale italiana? E cosa cambiereste/migliorereste?
Andrea: Il jazz italiano si è ricavato una posizione di tutto rispetto nel panorama internazionale, con grandi interpreti e ottimi progetti, spesso nelle top chart mondiali con produzioni di notevole livello artistico; ma oltre ai big, agli “storici”, ci sono anche molti talenti tra i giovanissimi, soprattutto grazie all’introduzione delle cattedre di jazz nei conservatori musicali. Purtroppo è stato escluso dai circuiti radio-televisivi, con una conseguente forte penalizzazione dell’intero comparto. In questo senso, siamo convinti della necessità di farlo rientrare nei palinsesti.

12) Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Andrea: “Original Dixieland Songbook”, una nostra ricerca sulle origini del jazz tradizionale, “Classical in Dixieland”, incentrato sulla relazione tra jazz e musica colta europea, e “A Walk Through Dixneyland”, rilettura di alcune delle canzoni del lascito disneyano… oltre al 45 in vinile “Tiger Rag Century Edition”, filologicamente registrato su cilindro di cera per celebrare i 100 anni della prima incisione della storia del Jazz.

13) Come state vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Gigi: Diciamo in primis che non avrei mai immaginato un periodo come questo. Con la chiusura totale ho approfittato per studiare e, come molti, ho partecipato a registrazioni di brani in remoto… (compreso il disco dei Batisto Coco). È stato un periodo psicologicamente  difficile in cui tutto vacilla ed è incerto ed anche ora non si sa bene come andrà la quarta ondata. Però posso affermare che per me l’esperienza della pandemia è stata foriera di nuova energia, nuova consapevolezza… anche nei rapporti interpersonali.
Fiorenzo: Purtroppo con le restrizioni ci sono stati grossi problemi ed anche noi abbiamo sofferto i lockdown. Ognuno di noi ha cercato di portare avanti i propri studi, pensando a nuovi progetti, scrivendo nuova musica… oppure continuando ad insegnare (in DAD). Credo sia stato uno dei periodi più bui per tutto il mondo dello spettacolo; l’augurio è che si possa ritornare alla normalità quanto prima.

14) Quali sono i vostri sogni nel cassetto?
Fiorenzo: Uno tra tutti, quello di riuscire a portare la nostra musica anche nel mondo del cinema, magari scrivendo una colonna sonora originale; chissà che non possa succedere a breve… 
Andrea: Un tour a New Orleans, dove tutto è iniziato… magari con un concerto alla Preservation Hall.. e una street parade a Bourbon Street!

Tutti: “A tutti un buon Natale, anzi, Un Natale Ruggente!”