Intervista a quattro occhi con Giuseppe de Candia: dalla musica al cinema
Novembre 4, 2021Con grande piacere diamo il benvenuto a Giuseppe de Candia, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro SCRIVIMI PER SBAGLIO, pubblichiamo con estremo interesse l’intervista a Giuseppe de Candia, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Avviciniamoci con garbo e curiosità al mondo musicale e personale, Giuseppe de Candia ci racconterà con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Equipo, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a Giuseppe de Candia!
Com’è nata la tua la passione per la musica e il cinema?
La mia passione per la musica forse è sempre stata dentro di me, ma è emersa quando i miei genitori mi regalarono per Natale una batteria giocattolo. Da quel momento, anche se ero molto piccolo, ho scoperto quanto mi piacesse giocare con le note e creare qualcosa di nuovo, e non mi sono più separato dalla musica.
Per quanto riguarda il cinema, invece, dall’adolescenza ho iniziato a interessarmi al cinema italiano, ma il desiderio di sperimentare in questo campo è nato realizzando i videoclip delle mie canzoni.
Usa tre aggettivi (e perchè) per descrivere “Giuseppe de Candia” e il suo personaggio,…
Direi creativo, determinato e un po’ folle, e tutti questi aggettivi sono collegati tra loro. Sono creativo, perché creare musica è ciò che ho sempre voluto fare e che cerco di fare quotidianamente. Sono sicuramente molto determinato, perché quando ho un’idea in testa non me la toglie nessuno. E a dire il vero sono anche un po’ folle, nel senso che amo sperimentare cose nuove (come questa mia avventura nel cinema) anche quando tutti mi dicono di non farlo: io amo buttarmi in ciò in cui credo, sfidare la sorte ma soprattutto me stesso, per vedere dove posso arrivare e cosa posso creare con le mie mani.
Come descriveresti la nascita di SCRIVIMI PER SBAGLIO?
“Scrivimi per sbaglio” è nato da una storia che avevo in mente per una canzone, ma che si è poi trasformata in qualcosa di più articolato e complesso. Da una parte, volevo che avesse uno spazio tutto suo, più lungo dei classici 3 minuti della canzone, quindi ho pensato a un cortometraggio. Dall’altra, l’idea di creare questo tipo di prodotto cinematografico nasce anche dalla mia voglia di mettermi in gioco, di trovare un nuovo campo su cui mettere le mani, di poter creare in una forma diversa da quella musicale.
Quali sono le tue influenze artistiche?
I grandi cantautori italiani sono la mia ispirazione maggiore. Amo Cremonini, Jovanotti, Bersani e Dalla, ma il mio idolo è Luca Carboni. Penso che lui abbia un modo estremamente dettagliato di raccontare delle esperienze che possono caratterizzare delle fasi di vita delicate e profonde. Penso che tutti possiamo rispecchiarci nelle parole che Carboni usa, perché lui ha questa capacità di descrivere scene, dettagli ed esperienze in maniera veramente empatica, ed è questo che ci rende in grado di identificarci con le sue canzoni.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
La prima collaborazione in ambito musicale è stata con i Boostedkids nel 2018 con “America”. Mi sono divertito molto a realizzare questa canzone perché è un brano frizzante, ballabile, allegro. Sempre nel 2018 ho collaborato anche con Filadelfo Castro, per il brano “Ragazza Felice” che ho portato al programma Amici. Infine, nel 2020 ho lavorato con Frank Nemola, trombettista di Vasco Rossi, per il brano “PEIC”. Devo dire che in tutte queste esperienze ho trovato una grandissima professionalità e tutte, ognuna a modo loro, mi hanno permesso di crescere come artista.
E la collaborazione con Equipo nel lavoro in promozione?
La collaborazione con Equipo è nata quest’anno. Li ho conosciuti tramite delle conoscenze in comune, mi è capitato di vedere i lavori che avevano realizzato e ho deciso di affidarmi a loro. Sapevo già che erano tecnicamente molto preparati, ma lavorarci insieme è stato davvero interessante, perché è un team giovanile, dinamico e pieno di energie. Mi hanno dato la carica durante tutte le riprese, sono stati veramente una forza della natura.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
Diciamo che il mio obiettivo, con tutto quello che realizzo, è sempre di comunicare quello che ho in testa alle altre persone, sperando che possano rispecchiarsi in quello che racconto. Per me, sapere che c’è qualcuno che si ritrova anche solo in un verso di una mia canzone è una grande soddisfazione, perché significa che posso condividere qualcosa di profondo con un’altra persona
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Negli ultimi due anni mi sono concentrato principalmente sulla musica e su questo cortometraggio. L’ultima canzone che ho pubblicato è stata una cover di “Ci stiamo sbagliando” di Luca Carboni, che ho riarrangiato seguendo il mio stile musicale. Prima di questa, ho pubblicato “Armati e salvati”, canzone dedicata alla lotta al bullismo, e prima ancora “Voglio una vita da star”, canzone un po’ diversa dal mio solito, perché parla dell’ipocrisia umana e di come assistiamo ad essa quotidianamente. Dal punto di vista dei concerti, questi due anni sono stati un po’ limitanti a causa della pandemia da Covid-19, ma durante l’estate ho avuto occasione di fare alcune esibizioni live. Ho apprezzato molto quei momenti di contatto col pubblico, un piccolo assaggio di un ritorno alla normalità che tutti attendiamo con ansia.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Credo che nella scena musicale italiana ci siano molti progetti interessanti ultimamente, sia da parte dei big, sia da parte di artisti emergenti. Ho apprezzato, per esempio, la presenza di moltissimi giovani artisti a Sanremo 2021. Credo che possano tutti apportare un grande contributo alla scena musicale italiana, con proposte innovative e fresche.
Se potessi cambiare qualcosa, direi la musica fatta senza un messaggio concreto dietro. Credo che avere qualcosa da dire e da condividere sia un elemento fondamentale per fare musica. Perché comporre una canzone se non si ha nulla da raccontare? Quando canti una canzone stai letteralmente urlando i tuoi pensieri e le tue emozioni più intime a chiunque le voglia sentire. Che senso ha farlo se non c’è dietro un messaggio reale?
Ovviamente questa è solo una mia opinione e credo sia giusto che ognuno faccia musica a modo proprio e riempia qualsiasi piattaforma di quanta più musica possibile.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Direi “Armati e salvati”, per via del motivo per cui è stata scritta. È una canzone molto profonda, è stata anche molto difficile da scrivere per me per via dei temi molto delicati che tratta. La lotta al bullismo è un tema a cui tengo molto, e su cui credo ci sia bisogno di portare maggiore attenzione, anche con mezzi non convenzionali come la musica.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Non sono stati due anni facili. Sicuramente il settore musicale è stato uno dei più colpiti dalla pandemia, e adesso sembra essere fortunatamente in ripresa. La cosa più difficile da affrontare è stata l’impossibilità di suonare live: non solo questo rappresenta un grave danno per un artista emergente, ma anche dal punto di vista della motivazione, la mancanza di contatto con il pubblico ha avuto un impatto importante.
In questo momento, mi sento più fiducioso verso il futuro e spero che tutti i sacrifici fatti possano portarci a una situazione migliore, anche nel mondo della musica.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Ad oggi la mia priorità è concentrarmi sul definire gli ultimi dettagli di “Scrivimi per sbaglio”, per poi lavorare sulla colonna sonora e sulla promozione. Nel frattempo, spero di poter ricominciare a suonare live con la stessa frequenza di prima. Nel cassetto ho anche alcuni brani su cui lavorare, quindi ho davanti a me un ampio panorama di possibilità interessanti da esplorare!