Elena Ventura: la spontaneità e le imperfezioni di “Inevitabile”. Intervista
Novembre 27, 2024Elena Ventura è una cantautrice che si distingue per la capacità di trasformare esperienze personali e riflessioni profonde in musica. Con il suo nuovo singolo Inevitabile, esplora il tema della resilienza e della bellezza nascosta nelle imperfezioni della vita, alternando delicatezza e forza. Attraverso le sue canzoni, Elena condivide un messaggio di speranza e accettazione, guidata da una creatività autentica che trova ispirazione tanto nella natura quanto nella quotidianità. Nell’intervista ci racconta il percorso dietro questo brano e le sfide che ha affrontato come artista.
Nel tuo brano “Inevitabile”, affronti il tema delle imperfezioni della vita. Se potessi rappresentare un’imperfezione in una melodia o un suono, quale sarebbe e perché?
Io penso che un suono che rappresenti un po’ l’imperfezione potrebbe essere proprio quello dell’ukulele che ho utilizzato per questo brano. L’intonazione dell’ukulele può variare e può avere problemi sia per il tipo di materiale che per la costruzione, fattori che influenzano la stabilità del suono e l’intonazione. Anche la pressione delle dita sulle corde può creare un’intonazione non perfetta su tutte le note. Quindi, anche se il suono è dolce e piacevole, presenta tuttavia delle imperfezioni. E per questo motivo, è perfetto per la mia canzone.
Hai detto che la vita alterna luce e ombra. C’è un ricordo particolare che per te incarna questo equilibrio? Come lo tradurresti in musica?
Non c’è un ricordo particolare che incarna questo equilibrio tra luce e ombre; è una riflessione generale sulla vita e su ciò che ho imparato nel corso degli anni. Ho capito che tutte le cose, anche quelle più belle, hanno delle parti in ombra. Ad esempio, fare musica è un’esperienza meravigliosa che mi dà tantissime gioie e presenta molti aspetti positivi, ma ci sono sempre le difficoltà che spesso non si vedono. Scegliere di essere cantante e musicista in questo periodo storico non è cosa da poco; purtroppo, non è considerato un vero e proprio lavoro, ma piuttosto un hobby. È difficile trovare ingaggi e opportunità. Ci sono tanti aspetti che rendono questo mestiere abbastanza complicato: ci sono periodi in cui c’è poco da fare e suono poco, e altri in cui sono completamente sopraffatta e stressata. Ci sono momenti in cui mi sento particolarmente ispirata e scriverei qualsiasi cosa, mentre in altri mi sento bloccata. Insomma, non è tutto oro quel che luccica.
Il messaggio di “Inevitabile” è forte, ma delicato. Come hai bilanciato il tuo naturale perfezionismo con la necessità di lasciare spazio alla spontaneità nel brano?
Sono una perfezionista, ma quando si tratta di spontaneità, tutto cambia. È stato così anche durante la scrittura di “Inevitabile”: il flusso creativo è arrivato e tutto è avvenuto in maniera naturale. Ho lasciato che le cose si sviluppassero liberamente, sentendo che c’era verità in ciò che stavo dicendo e nella musica che stavo creando. In quel momento, non avevo bisogno di essere perfezionista. In altri brani, invece, ho affrontato difficoltà nel scrivere certi passaggi. In quei casi, cercavo la perfezione, ma ho imparato che più cerchi la perfezione, meno riesci a raggiungere la verità, che è la cosa più importante. La spontaneità e l’emozione, ecco, sono ciò che conta davvero. L’emozione non deriva dalla perfezione.
Nel videoclip ti vediamo immersa nella natura. Quanto la tua musica si nutre dei luoghi che frequenti e cosa significa per te trovare “la tua voce” in un contesto naturale?
Io amo la natura, ma amo anche la città. Non sono una che si limita ad apprezzare solo il verde e la tranquillità. Mi piacciono anche gli aspetti metropolitani: la gente, il caos, l’energia. Tuttavia, questo brano “inevitabile” aveva davvero bisogno di quella naturalezza. Trovava spazio in un ambiente così puro e spontaneo, immerso nel verde, tra gli alberi di una foresta di faggi e abeti. Lì c’era un gioco di luci e ombre, con spazi verdi e prati, e io, rilassata e distesa, percepivo un senso di pace e serenità che si rifletteva sia nel brano che nel luogo in cui abbiamo girato il videoclip. È stato girato a Montepenna, qui in Liguria, vicino a casa mia, un posto che mi è molto caro perché i miei nonni erano di Santo Stefano d’Aveto. Conosco bene quella zona e lì ci sono ricordi nell’aria, nelle montagne, in quel luogo. Questi ricordi erano vivi dentro di me, e portare questo messaggio di pace, di speranza e di accettazione, insieme a tutti i bellissimi ricordi che ho di quei luoghi, è stato semplicemente meraviglioso.
Qual è stato il momento “inevitabile” della tua carriera, quell’istante in cui hai capito che la musica sarebbe stata la tua strada, senza possibilità di ritorno?
Il momento in cui ho capito che quella sarebbe stata la mia strada è arrivato poco dopo aver iniziato. Ho cominciato a studiare canto all’età di 23 anni e, già dopo meno di un anno, mi sono trovata a cantare in giro, a fare serate nei locali. Sentivo che non era solo un hobby, ma una vera e propria carriera, il mio lavoro. Era il mio modo per realizzarmi e crescere. Ho sempre visto il canto come una professione che mi permetteva di migliorare, di continuare a studiare e di fare sempre qualcosa di più. A me piace molto, sono ambiziosa e desidero avere sempre nuovi obiettivi. Inoltre, il mio è un settore artistico e la mia creatività può esprimersi pienamente. Inoltre adesso insegno, e il fatto di poter aiutare gli altri è qualcosa che mi è sempre piaciuto. Fare crescere gli altri mi dà grande soddisfazione. Ho capito quasi subito che la professione di cantante era la cosa che mi avrebbe dato più gratificazione. All’inizio, però, ero molto impaurita e incerta, non sapevo bene cosa fare. Il canto è un lavoro che non sempre viene accettato dalla società: non è il classico impiego in ufficio, con orari fissi.Io, però, ho sempre cercato di dimostrare che fosse qualcosa di più, una professione a tutti gli effetti, e ho cercato di farlo al meglio delle mie possibilità.
“Inevitabile” esplora la resilienza, ma anche la bellezza delle imperfezioni. Cosa significa per te, come persona e come artista, abbracciare le sfide senza la necessità di un finale “perfetto”?
Col tempo ho compreso che non tutto è perfetto e che dobbiamo accettare questa realtà. Tuttavia, se ci impegniamo a migliorarci costantemente, sia come artisti che come persone, possiamo comunque trovare soddisfazione. La perfezione non esiste, né nelle cose né nelle persone, e non ha senso aspirare a qualcosa di irrealistico. Preferisco abbracciare la verità e vivere una vita che alterna pioggia e sole, come dico nella mia canzone, tra luce e ombre. È fondamentale dare importanza a tutte le bellezze che la vita ci regala, perché senza le esperienze difficili non potremmo apprezzare pienamente le meraviglie che ci circondano. La vita è piena di doni, e spesso sono proprio quelli che rendono tutto così speciale.