Intervista al cantautore toscano Simone Galassi: esplorando ’Viaggio senza fine’

Intervista al cantautore toscano Simone Galassi: esplorando ’Viaggio senza fine’

Luglio 31, 2024 0 Di Antonella B.


Simone Galassi è un cantautore la cui carriera musicale è stata un viaggio di continua evoluzione e riscoperta. Fin da bambino, la sua passione per la musica è nata in modo spontaneo, influenzata dai grandi classici del blues e del rock’n roll ascoltati grazie al cugino maggiore. Il suo album d’esordio, “Viaggio senza fine”, rappresenta non solo una tappa fondamentale del suo percorso artistico ma anche un atto di riscatto personale, segnando un nuovo capitolo nella sua carriera.

Ciao e benvenuto. In poche righe vuoi raccontarci come ti sei avvicinato alla musica? Quando eri piccolo che musica ascoltavi in autonomia o di riflesso tramite genitori o amici?
Ciao a tutti e grazie mille per l’invito! Ho preso in mano la chitarra da bambino, e da allora la musica mi ha accompagnato in un percorso di scoperta che dura tutt’oggi. Non ho deciso di avvicinarmi alla musica, è semplicemente accaduto. Da piccolo, grazie al mio cuginetto più grande, ascoltavo i grandi classici del blues e del rock’n roll. In seguito lo sport e le scuole medie mi hanno confuso e spinto ad abbandonare lo strumento, finendo per omologarmi ad ascolti più canonici e forse anche a uno stile di vita più “normale” rispetto alla mia infanzia travagliata. Poi in adolescenza, grazie alla corrente punk-rock ho sentito l’urgenza di scrivere e creare qualcosa da poter condividere con gli altri e non sono più riuscito a smettere!

“Viaggio senza fine” è il tuo album d’esordio. Questo per te è un disco di riscatto?
“Viaggio senza fine” è sicuramente anche un disco di riscatto. Ho attraversato molte fasi nella mia vita musicale, spesso mi sono sentito molto vicino a concludere qualcosa senza poi mai riuscirci. Le band finite, i viaggi all’estero e i ritorni a casa, dischi registrati e rimasti nel cassetto. A questo giro, ho sentito una spinta differente, era l’idea a guidare me e non io a guidare l’idea e forse è stata proprio questa la chiave di volta.

Le canzoni possono servire da porto sicuro sia per chi le scrive che per il pubblico. Tu come bilanci la necessità di esprimere la tua emotività con l’esigenza di creare qualcosa che risuoni anche con gli altri?
Per me le canzoni nascono sempre da un’urgenza di “deframmentazione” della mia emotività, quindi in primis devono “cliccare” con i miei canali emotivi. Solo quando una melodia mi svolta la giornata e mi cambia prospettiva sento quanto vale una canzone e proprio dopo aver tirato giù le prime bozze mi rendo conto se è una canzone anche per gli altri o solo per me stesso. Anche se poi il confine è molto sottile, dato che spesso, quando ascoltiamo musica, tendiamo a empatizzare con canzoni totalmente autobiografiche.

Qual è l’elemento che non dovrebbe mai mancare in un pezzo firmato Simone Galassi?
Proprio per riallacciarmi alla fine della risposta precedente, credo che quello che non potrebbe mai mancare nella mia musica è la sincerità e il racconto trasparente di una vita vissuta come i minuti in cui un funambolo cammina sulla corda.

Hai qualche altro brano su cui stai lavorando?
Sto lavorando al mio nuovo disco, che in questo 2024 ha preso forma. In autunno inizieremo a far uscire dei singoli.

La tua carriera ti sta portando e ti porterà a esplorare vari aspetti della musica. C’è un progetto o un’idea musicale che hai in mente da tempo ma che non hai ancora avuto l’opportunità di realizzare?
Mi piacerebbe molto riuscire a creare un disco strumentale accompagnato da una storia e un racconto video. Un’opera in cui poter dar sfogo a tante sfaccettature della creatività musicale che spesso nella “forma canzone” vengono sacrificate o sintetizzate.