Stendhal e altre storie, raccontate direttamente da El!s

Stendhal e altre storie, raccontate direttamente da El!s

Ottobre 5, 2023 0 Di master

Straordinaria intervista oggi a El!s, artista poliedrico che sta facendo incetta di consensi coi suoi lavori musicali. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Stendhal, approfondiamo con riconoscenza l’intervista a El!s, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, El!s si aprirà a noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le tante, quelle con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Tuffiamoci in questo mondo speciale e diamo un caloroso benvenuto a El!s!

Com’è nata tua la passione per la musica?

La mia passione nasce nella pancia di mamma, perchè i miei genitori ascoltavano tanta musica. È cresciuta con i vinili di mio papà, poi su un pianoforte all’età di 8 anni. Ho frequentato le scuole medie del conservatorio, ho completato prima una parte di studi classici, poi mi sono specializzato nella popular music. Ho continuato con il CET di Mogol dove ho preso due diplomi e nel 2023 ho chiuso un cerchio con un master al CPM di Milano. La musica c’è sempre stata, in tutte le sue forme e, come una vera e propria musa, mi aveva scelto dal primo momento.

Dietro un personaggio può esserci 1, 100 o 1000 persone. Chi è El!s e il suo personaggio?

Non ho mai amato l’idea di dover convivere con un El!s artista ed un Viteliseo persona. Piuttosto ho sempre sposato la scelta di essere artista per rinforzare la mia natura. El!s è il prolungamento (in certi casi anche più coraggioso) del mio essere. Sono molto semplice, simpatico, empatico e amorevole. Adoro sorridere alla vita anche nelle occasioni più cupe. Direi che El!s può al massimo essere il Superman di Clark Kent : quello che fatico a dire con la persona riesco ad interpretarlo meglio con l’artista.

Come è stato concepito il lavoro Stendhal?

Stendhal è figlio di un travaglio semplicissimo ma di una gestazione lunga e sofferta. Quando ho scritto il brano avrò impiegato non più di mezz’ora nella stesura di tutte le sue parti testuali, perché avevo l’immagine davanti ai miei occhi e nel profondo del cuore. Era una sera piovosa di Febbraio, in una casetta di appena 25 metri quadri. La luce di una lampada, il rumore dell’acqua sulle persiane dell’ingresso. Un grande silenzio attorno copriva bene il rumore che avevo dentro. È un brano che scruta l’apparente linearità dell’orizzonte, che può scuotere più parti di un ascolto lasciando la libertà di viverne la sfumatura più congeniale.

Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?

C’è un concept album dietro questo singolo; un costante e caloroso abbraccio tra la musica classica e le sfumature contemporanee quali pop, Rnb, Rep, funk e cantautorato. Più che un disco vorrei realizzare un complesso di stanze tutte diverse ma funzionali al mio modo di vivere la musica e le sue emozioni. Non vedo l’ora di farvi ascoltare tutto!!

Cos’è per te l’arte, la musica?

È la fatidica prova del 9 per verificare la nostra completa libertà di essere nel mondo.

Quali sono le tue influenze artistiche?

Avendo 30 anni mi sono influenzato in tutti i modi: sicuramente nasco nella musica classica e ho sempre avuto un occhio di riguardo per questo mondo che ha dato i natali ad ogni forma colta musicale. Non sono lontano però dal linguaggio dei popoli e quindi dall’etnomusicologia. Mi piace scoprire usi e costumi partendo da ritmi e forme musicali anche antiche. I cantautori hanno poi tracciato il mio percorso di autore e compositore di canzoni e con loro sono cresciuto immerso nei 45 e 33 giri che ho consumato letteralmente. Da 13 anni ad oggi ho respirato tanti palchi portando in giro lo Ska, il Reggae, il Dub, il Rocksteady con gli Skanderground, perciò, ho davvero un bagaglio che pesa ma mi rende molto molto leggero.

Quali sono le tue collaborazioni musicali?

Oltre agli Skanderground, che sono famiglia oltre che musica, sicuramente è nato questo bellissimo incontro artistico con Cantieri Sonori (Roma) e sono molto fiducioso di continuare a crescere e conoscere tante realtà nuove.

E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?

Li ho conosciuti attraverso Cantieri Sonori: una realtà solida e accogliente, mi sono sentito in famiglia anche qui.

Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?

L’importanza di comunicare e non perdere lo spiglio di farsi sentire! La musica non può solo guarire gli umori tristi portando evasione e divertimento. Non è uno scacciapensieri, ma può diventare una terapia comune, un’arma forte per raccontare e raccontarsi… una vera e propria esigenza! La mia arte vuole essere questo sicuramente. Tanto coraggio.

Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?

Posso dire di avere avuto tante occasioni e di non esserne mai sazio. Ho calcato palchi stupendi, tra tutti quello del Play Music Stop Violence in piazza del Popolo a Roma con tantissimi artisti Nazionali, ho avuto il piacere di chiudere l’evento “Meraviglioso Modugno” 2022 che vedeva tra gli altri i Negramaro, Tosca, The Zen Circus, Malika Ayane, Ruggieri; Ho aperto concerti dei Sud Sound System, Apres La Classe, Fargetta; Ho suonato in ogni regione di Italia e quest’anno ho qualche esperienza che mi attende anche fuori!

Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?

Nel sottobosco musicale ci sono davvero situazioni in evoluzione e sperimentazioni interessanti. Il mainstream invece risulta saturo di idee a mio avviso. C’è un grande desiderio di non voler dire nulla, di voler essere al di sopra del mondo che invece ogni giorno ci interroga pesantemente. Cambierei quindi il peso specifico dell’artista e della musica, perché è un’arte nobile che merita spazio e tempo necessari a ricordarci chi siamo e a mostrarci dove stiamo realmente andando.

Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?

Il prossimo sicuramente!

Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?

Oggi ho solo un sogno da proteggere e perseguire: non smettere di sognare. Un’artista è fortunato perché si ritiene tale fino a quando non smette di crederci.