Fragile equilibrio e altre storie, raccontate direttamente da Giuseppe Cucè
Giugno 12, 2023Straordinaria e interessante intervista oggi a Giuseppe Cucè, artista poliedrico che ci vizia e seduce con la sua arte. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Fragile equilibrio, leggiamo con curiosità l’intervista a Giuseppe Cucè, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Leggeremo di più sulla vita musicale e artistica, Giuseppe Cucè ci condividerà con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Red&Blue, le esperienze, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Giuseppe Cucè!
Com’è nata tua la passione per la musica?
Non è facile raccontarsi, soprattutto non è facile farlo senza utilizzare dei filtri.
Solitamente riesco a farlo bene e in maniera autentica attraverso le mie canzoni.
Ho sempre cercato la verità in ognidove, il mio più grande obbiettivo è sempre stato leggere perfettamente tutto ciò che mi si presenta davanti, e quando mi capita qualcosa di non chiaro e leggibile mi ritraggo, mi chiudo ermeticamente.
Ho la fortuna di vivere tra il mare ed il vulcano, la loro energia, la loro contrapposizione, il loro attrarre e respingere, crea in me sensazioni a volte di pace a volte di tumulto. Mi sento un’isola nell’isola, isolano ed isolato, circondato da un mare di luce ma anche di buio pesto, la mia Sicilianitudine.
Un giorno non molto lontano, ho sentito l’esigenza di raccontarmi attraverso le parole, i versi e i suoni, ho costruito le mie canzoni con una piccola tastiera, e da allora è iniziato il viaggio nella musica.
Cosa significa e com’è nato il nome Giuseppe Cucè e il suo personaggio, il suo sound?
Giuseppe Cucè è il mio nome all’anagrafe, il nome che hanno scelto i miei genitori, il nome che ho imparato ad indossare giorno dopo giorno, il personaggio è il costrutto del tempo che passa, l’identità che si forma attraverso gli errori, attraverso le molteplici esperienze, il personaggio è il proprio io interiore, quello che fa fatica ad uscire, per troppo pudore, per timidezza, quello che a volte non ti rappresenta, quello che a volte si cela dietro un altro personaggio creato da te stesso o dagli altri. Il mio sound invece è l’armonia che sono riuscito a creare attraverso la maturazione, attraverso lo studio e gli ascolti che ho fatto negli anni, il mio sound sono le parole che scrivo e che a sua volta suonano indipendentemente dagli strumenti che scegliamo di utilizzare.
Come è stato concepito il lavoro Fragile equilibrio?
Questa canzone rappresenta nella maniera più disarmante, tutta la mia fragilità ma allo stesso tempo tutta la mia forza.
Ho iniziato a scrivere questa canzone qualche anno fa durante il periodo della Pandemia, nel silenzio assordante di quelle giornate. L’isolamento fisico, le paure e le angosce che scaturivano da ciò che vivevamo mi hanno permesso di esplorare ogni singola parte del mio io interiore. FRAGILE EQUILIBRIO è un’analisi del proprio io, quell’io che guardi allo specchio e che riflette un’immagine che non è quella che percepisci di te stesso. Il disagio di crescere, invecchiare, di guardarsi allo specchio e non riconoscersi, perché è un fragile equilibrio quello che ci permette di continuare a sentirci vivi anche quando ti senti un ventenne ma l’orologio dice il contrario
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Il videoclip di Fragile Equilibrio è stato scritto e diretto dal regista Nanni Musiqo, un amico, un grande professionista, un artista molto sensibile e a fuoco. Abbiamo girato parte del video nello studio di registrazione della Trp Music, li dove solitamente registriamo le mie canzoni, quindi una perfetta giornata live con i miei musicisti e con il mio carissimo amico, direttore artistico, capo della mia etichetta discografica Riccardo Samperi. Un’altra parte del video l’abbiamo girata alla Playa di Catania, dove mi diverto ad indossare il ruolo di un personaggio circense, la mia parte estroversa, il mio io più profondo, pronto ad uscir fuori dalla fragilità finalmente compresa ed accettata.
Il lavoro fa parte di una serie di uscite che culminerà in un disco?
Sì esattamente cosi, una serie di uscite completeranno la realizzazione di un album che si concretizzerà verso fine anno.
Studi, gavetta, sudore e soddisfazioni… vogliamo conoscere la tua storia, tutto il suo percorso!
Ho iniziato a masticare musica fin da piccolo, il primo regalo è stato una tastiera elettronica con cui mi divertivo a suonare ad orecchio, così tutto è iniziato, ancor prima di averne piena consapevolezza, passavo dalla danza, il disegno allo strimpellare brani di ogni genere, ero assolutamente autodidatta.
Da grande poi ho iniziato a mettere a fuoco la mia vera passione per la scrittura e la composizione.
Nel 2008 inizio a collaborare con la TRP Music di Riccardo Samperi, ed è da questa collaborazione che nasce il mio primo album La Mela e il Serpente, un album che sarà espressione assoluta della mia anima Saudade, La mela e il serpente viene anche pubblicato dalla EDINA MUSIC, etichetta Parigina fondata da Yvon Chateigner. Il tour di presentazione dell’album mi ha poi dato la possibilità di esibirsi nei più importanti teatri Parigini (Le Trianon, L’Alhambra, Le Petit Saint Martin).
Quali sono le tue influenze artistiche?
I miei modelli sono stati oserei dire pochi ma buoni, ho subito mirato artisti come Tenco, De André, Battiato. Mi hanno insegnato molto attraverso le loro canzoni, e dalla loro musica mi sono sempre lasciato ispirare.
Quali sono le tue collaborazioni musicali?
Una squadra di preziosi e bravissimi musicisti: Enzo di Vita alla batteria, Alberto Fidone al basso, Anthony Panebianco al Pianoforte & Hammond, Riccardo Samperi alle chitarre, Giuseppe Furnari al Pianoforte e alla direzione archi di alcuni brani, Claudio Allia al Pianoforte di un brano, Alessandro Longo al cello, Gaetano Adorno alla viola, Marcello Spina e Giovanni Cucuccio ai violini, le Back Vocalist Lilla Costarelli e Teresa Ranieri, l’apporto fondamentale di Claudio Allia l’Ar Comunicator per Trp, e di Alberto Fidone (superivisor per Trp)
E la collaborazione con Red&Blue nel lavoro in promozione?
Con la RED&BLUE ed attraverso la loro sempre più efficace comunicazione, riesco perfettamente a far arrivare con sincerità ed estrema onesta tutti i miei contenuti, la mia musica non poteva trovare sostegno ed appoggio migliore.
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
I contenuti sono sempre dettati dal sentimento del momento, non scelgo mai di affrontare un argomento rispetto ad un altro, spesso mi capita di seguire un’intuizione, qualcosa che mi ha particolarmente colpito, un fatto esterno, un momento di vita quotidiana, esplorare il proprio io interiore, la propria spiritualità, sperimentare le emozioni, raccontarle, filtrare il mondo esterno e trasmetterlo attraverso le mie sensazioni.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Ho avuto la fortuna e anche l’onore di suonare nei migliori teatri di Parigi, fu quando il mio primo album “La mela e il serpente” è stato prodotto da un’etichetta Parigina, quindi quell’esperienza posso affermare è stata la più emozionante in assoluto.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Trovo sia in continuo cambiamento forse a volte un po’ troppo distratta rispetto al passato e troppo proiettata verso un futuro ancora poco decifrabile.
Cambierei l’approccio, chiederei di smettere di cercare di costruire un prodotto estremamente commerciale a discapito del contenuto.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
La mia Dea, Dimmi cosa vuoi e Di Estate non si muore.
Quali sono i tuoi programmi futuri?
Riuscire a completare la realizzazione del mio terzo album in studio, preparare la presentazione di questo progetto al pubblico attraverso diversi Live.