Frank Meta, intervista al rapper/producer nato col metal
Marzo 24, 2021 0 Di masterDiamo oggi il benvenuto a Frank Meta, rapper poliedrico che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano e consolidando la sua figura in ambito nazionale. Recentemente impegnato nella promozione del lavoro Gas, condividiamo con piacere l’intervista a Frank Meta, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! Affronteremo perciò aspetti musicali e di vita, Frank Meta si aprirà a noi con quelle che sono le esperienze, come Warner, Universal, Mogol, le collaborazioni, con Warner, Universal, Mogol, e i progetti futuri. Ma largo ai convenevoli, diamo un caloroso benvenuto a Frank Meta!
Com’è nata la passione per la musica?
Tutto nasce da un regalo inatteso, la musica e questa passione è arrivata successivamente, mi trasmetteva qualcosa che le altre cose non mi davano.
Cosa significa e com’è nato il nome Frank Meta e il suo personaggio, il suo sound?
Mi chiamo Francesco Meta, quindi Frank è semplicemente un diminutivo che i miei amici hanno dato. Il mio sound è cambiato molto negli anni, partivo come chitarrista rock/metal per poi diventare un autore dei miei brani inediti sempre sul rock ita stile Ministri ma per poi appassionarmi realmente al Rap. Ho trovato molte cose che mi legavano a questo genere e alla sua cultura.
Come è stato concepito il lavoro GAS?
Come ogni mia canzone, Gas è stata prodotta in studio senza particolari orizzonti, volevo che fosse qualcosa di forte. Anche perché poi è sempre l’ascoltatore a consacrare un brano in Hit o di successo
E com’è nato il suo videoclip?
Il video di Gas è arrivato in modo istantaneo nei pensieri, mi faceva viaggiare il beat e quando una canzone ha questo potere è facile elaborare pensieri e concetti di regia. Avevo a fuoco le immagini di ballerini hiphop, ho sempre amato le coreografie nei video musicali.
E l’album da cui è estratto? Oppure è in cantiere un album che lo conterrà?
ALBUM?? Pura utopia nei miei livelli attuali, ovviamente è la realizzazione di un traguardo che sogno, ci mancherebbe, ma la realtà è questa; servono numeri oggi per fare un Album. Ci sto lavorando duramente per arrivare a questo obiettivo, magari chissà, un EP a metà strada si potrebbe pensare anche!
Com’è stato il percorso dall’esordio ad oggi?
Il mio esordio nel mondo rap lo ricordo bene, era ad un evento honiro e avevo con me un paio di amici. Fu una bella esibizione a fine performance alcuni ragazzi vennero vicino per complimentarsi, un affetto così non l’avevo mai provato prima nei miei generi passati. Il rap è unione, davvero. Oggi mi sento sicuramente più preparato in ogni campo, quindi posso dirti che voglio andare sempre più su e non fermarmi.
Quali sono le influenze artistiche?
Santeria di Marra e Guè mi ha cambiato sicuramente il modo di pensare e fare musica definitivamente. I Club Dogo mi hanno trasportato lentamente nella scia commerciale, ma quel disco è storia vera. Quindi ti dico: Guè, Marra come divinità. Poi Sfera, Lazza, Plaza per me sono i veri colossi da raggiungere.
Quali sono le collaborazioni musicali?
Ho collaborato con molti artisti emergenti come me, qualcuno ha fatto Amici, XFactor, quindi ragazzi dotati di grande talento, ma ora farei collaborazioni solo con gente che possa farmi alzare il livello. Ho bisogno sicuramente di imparare da chi è nella scena da più tempo.
E le collaborazioni nel lavoro in promozione?
Non ho nessun partner nelle mie promozioni, mi autoproduco al 100%
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la musica?
Ci sono età e tempi precisi nella nostra vita per poter lasciare contenuti di un certo valore, soprattutto nella realtà di oggi. Quindi preferisco fare un po’ di rumore e lasciare qualche riga interessante.
Parliamo delle pregiate esperienze di live, concerti e concorsi?
Nel 2019 ho aperto la prima data del Tour estivo di Guè a Matera, è stata un emozione assurda 7mila persone nello stadio, sembra ieri. Poi negli anni prima ho vinto altri concorsi come cantante pop, ma niente di che a parte il Campus Band di RTL e il festival di Limatola, dove vinsi l’opportunità di firmare un contratto Warner come autore, ma fortunatamente la mia strada è ritornata nella giusta carreggiata.
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
La musica italiana mi piace e faccio questo perché per me è il top. Grazie a Spotify artisti minori e indipendenti hanno fatto delle scalate interessanti, quindi ora c’è un po’ la teoria del “facciamo come cazzo ci pare, basta che piace”, quindi negli ultimi anni ho potuto vedere proprio questa cosa e ci sta, secondo me. Sicuramente meglio di lavori fatti a tavolino, quelli non hanno la magia giusta, anzi forse neanche anima.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigliate di ascoltare?
Se vai sul mio Spotify trovi tutta la musica prodotta già, adoro tanto Ice, ma anche 1chance. Sono due poli opposti di emozioni, ma il pezzo migliore è sempre il prossimo.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
Questo Covid ha spezzato un po’ i miei piani, sembrava fosse un po’ più fattibile vivere ma purtroppo mi ha riportato a Cassino, siccome mi ero trasferito a Milano lo scorso settembre. Tanto è un obiettivo facile, non appena si sistema la situazione torno su, quindi per il resto continuo come ho sempre fatto: lavoro lavoro e lavoro!
Quali sono i programmi futuri?