Un caffè con ELISABETTA GAGLIARDI eccezionale artista, vita e curiosità partendo da NEL CENTRO DI NEW YORK
Maggio 3, 2022Straordinaria e interessante intervista oggi a ELISABETTA GAGLIARDI, artista poliedrica che sta raccogliendo consensi crescenti nel pubblico italiano. Recentemente impegnata nella promozione del lavoro NEL CENTRO DI NEW YORK, condividiamo con piacere l’intervista a ELISABETTA GAGLIARDI, grati e onorati per il suo tempo e la cortesia riservataci! In punta di piedi ma con la curiosità di un bambino entriamo nella musica e nella vita, ELISABETTA GAGLIARDI si confiderà con noi con quelle che sono le collaborazioni, fra le quali con Alessandra Placidi, le esperienze, e i progetti futuri. Andiamo a capofitto a fondo e diamo un caloroso benvenuto a ELISABETTA GAGLIARDI!
Com’è nata tua la passione per la musica?
La mia passione per la musica è nata tra le mura di casa, quando ero piccola. I miei genitori ascoltavano buona musica. Mia mamma i grandi cantautori italiani e mio papà la musica strumentale che arrivava oltreoceano.
Con i giusti ascolti e con la curiosità mi sono appassionata al pianoforte, mi iscrissi al Conservatorio per studiare musica. Crescendo mi sono dedicata alla scrittura e al canto. Mi piaceva scrivere, raccontare storie e condividerle con tutti.
Parlaci di ELISABETTA GAGLIARDI e il suo personaggio, il suo sound.
Il mio sound è minimale, preferisco spogliare il brano. Togliere più che posso piuttosto che aggiungere. Arrivare all’essenza. I miei brani nascono principalmente piano e voce poi, li arrangio spesso basso e voce. Qui mi aiuta un bravo bassista, Nicola Bruno e insieme a Erik Bosio, il producer, creiamo qualcosa che sia prima di tutto di nostra gradimento. Che ci rispecchi.
Prima l’uovo (il testo) o la gallina (la musica).
Prima l’uovo, o per lo meno…prima delle immagini molto chiare che trasformo in pensieri e poi versi della canzone. Poco dopo inizio a creare il giro armonico.
Com’è stato il processo di creazione di NEL CENTRO DI NEW YORK?
Nel centro di New York nasce difatti da alcune immagini, dal vissuto, da sensazioni riportate su un quaderno e poi trasformate in canzone al piano, nella mia camera-studio.
Si sa che un’immagine vale più di mille parole, ma le note non sono da meno! Il lavoro è stato valorizzato da una clip?
Esiste un video di “Nel centro di New York” è un video Lyric accompagnato da immagini create da Marcello Geraci. Anche per il video ho voluto, volutamente, ridurre ed essere il più minimale possibile.
È prevista l’uscita di un disco?
Sì ma senza impormi una scadenza. Nel frattempo vivo, creo, mi emoziono, succedono cose belle cose difficili da affrontare. Arriverà il momento giusto per stabilire una data effettiva dell’album.
Cos’è per te l’arte, la musica?
L’arte, la musica per me si avvicinano molto al concetto di casa. E’ qualcosa dove mi posso rifugiare, è parte di me. Il luogo dove mi sento protetta. Dove non ho barriere e limitazioni. Dove posso sentirmi libera. Dove posso stare bene.
Quali sono le tue influenze artistiche?
Ascolto molta musica italiana: dai cantautori della prima generazione ( Tenco, Paoli per citarne alcuni ) ai cantautori di oggi come Brunori, Cremonini, Fulminacci, Gazzelle. Mi piace l’indie italiano lo ascoltavo già negli anni ’90. L’indie vero degli Afterhours, dei Marlene dei Bluvertigo.
Di internazionale mi piace il pop mainstream: adoro gli Imagine Dragons, i Coldplay. Anche se i Beatles rimangono sempre al top del mio cuore.
Quali sono le tue collaborazioni musicali? Collaboro con diversi artisti e musicisti. Mi piace prendere stimoli e arricchirmi con il sapere altrui. Che siano artigiani o non. C’è sempre qualcosa da imparare da tutti. Ho lavorato con Nicola Bruno un bravissimo bassista italiano, Erik Bosio, Andrea Tripodi, Andrea Bertolini & Pisti come producers, Gianpiero Alloisio cantautore e drammaturgo esponente della scuola genovese, i ragazzi che suonano nella mia band. Sono tutte collaborazioni fondamentali!
E la collaborazione con Alessandra Placidi nel lavoro in promozione?
Sta andando alla grande, lei e Manuel sono due macchine da guerra. Mi piacciono veramente per la passione che ci mettono. Hanno una grande energia!
Quali sono i contenuti che vuoi trasmettere attraverso la tua arte?
La piacevolezza dell’ascolto quindi tutto quell’atmosfera che può arrivare nel raccontare storie, nell’ascoltare un bel concerto, nella condivisione di un’emozione.
Parliamo delle tue pregiate esperienze di pubblicazioni, live, concerti o concorsi?
Tra i principali concorsi ricordo sempre con piacere il Festival della Canzone italiana di New York. La bellezza di poter rappresentare l’Italia in un contesto così importante. E Sicuramente la vittoria a Deejay on stage indetto da radio Deejay. Senza dimenticare “ Il festival del dilettante” che vinsi a 11 anni nella mia provincia, Alessandria. Era una bambina. Ma lo ricordo davvero come una grande inizio di questo cammino!
Cosa ne pensi della scena musicale italiana? E cosa cambieresti/miglioreresti?
Io sono una fan della scena italiana attuale. Mi piace l’indie italiano da quando avevo io vent’anni. Mi piace Brunori, mi piace Gazzelle ascolto Blanco per esempio. Ascolto il rap, adoro Willie Peyote.
Oltre al lavoro in promozione quale altro brano ci consigli di ascoltare?
Vi consiglio di ascoltare “Una volta sola” una ballad minimalista basso e voce.
Come stai vivendo da artista e persona questo periodo del covid-19?
E’ stato un periodo tostissimo, specialmente per il nostro settore in alcuni casi poco tutelato. Abbiamo avuto paura durante il primo Lock down in primis per il diffondersi di un virus ignoto e per tutte le restrizioni di libertà che ha portato. Restrizioni della persona ( dal non poter uscire di casa se ci pensiamo ) all’abbandonare il nostro lavoro. Periodo difficile, ripeto.
Ora che siamo più consapevoli e che abbiamo superato l’uragano, non ci resta che ricostruirci, con pazienza.
Quali sono i tuoi sogni nel cassetto?
Mi piacerebbe concretizzare questo album, inserendo qualche collaborazione interessante. Mi piacerebbe scrivere racconti e racchiuderli in un audio libro. Mi piacerebbe viaggiare con la musica, suonare in posti strepitosi davanti a migliaia di persone felici di essere tornate alla normalità. E’ di questo che abbiamo bisogno ora. Di stare bene.